Olio su cartone,
cm. 48x34
Al verso: timbro collezione Avv. Pietro Antoni Di Cocco, Montecatini: etichetta collezione M.S.L., Firenze.
Storia
Collezione Avv. Pietro Antoni di Cocco, Montecatini;
Collezione privata, Firenze
Esposizioni
Unione Fiorentina, Firenze, 1990;
Oscar Ghiglia, a cura di Alessandro Marabottini e Vittorio Quercioli, Prato, Farsettiarte, 19 settembre - 20 ottobre 1996, cat. n. 53, illustrato a colori.
Bibliografia
J. Pelagatti, R. Tassi, Postmacchiaioli, Centro Editoriale Arte e Turismo, Firenze, 1962, p. 224;
C. Costantini, Storia di una città. Firenze fra le due guerre, la pittura, Arti Grafiche Alinari-Baglioni, Firenze, 1990, p. 121.
Del gruppo dei paesaggi che ci documentano ancora l'influenza esercitata da Fattori su Ghiglia, questo Pagliai non solo è il dipinto più rappresentativo e compiuto, ma è anche il più bello. Confrontandolo con la Veduta della Villa D'Ancona a Volognano (Comune di Livorno, Livorno, 1996, p. 62, n. 31), ritroviamo in entrambi i dipinti l'elemento verticale in primo piano: là un albero, qui un palo; ma il quadro esposto a Livorno, nonostante i suoi innegabili legami con le opere soprattutto tarde di Fattori, è assai più freddo e certamente meno originale e riuscito di quello in esame, che pure dovette essere stato dipinto nei medesimi luoghi. Anche in questi Pagliai è certo possibile, come già accennato, riconoscere una inequivocabile traccia fattoriana, ma accanto a quella sembra insinuarsi anche una curiosa rielaborazione di elementi francesi postimpressionisti, da Maurice Denis a Gauguin, con un avvincente risultato di felice sintesi culturale.