Matita e biacca su carta,
mm. 244x183
Marchio Collezione GM.
Filigrana assente.
Storia
Collezione privata, Firenze
"I suoi modi versarono soprattutto alla tecnica del disegno, che il Monti volse in pittura eseguendo i suoi monocromi, nella cifra del Dal Sole, come già a suo tempo rilevò il Ragghianti. Anche in questo disegno, studio presumibile per un affresco raffigurante forse la fuga di Andromaca da Troia accompagnata dal saluto di Priamo, si affacciano i modi sia del Dal Sole che del Creti e ciò anche da un punto di vista tecnico. Il disegno è databile intorno al 1745 e nell’invenzione è legato ai modi dei Bolognesi, sia per l’elaborazione sia per il forte dinamismo che si espande e si palesa nella diagonale, oltrechè nella pulsione chiaroscurale, lievitata soprattutto dalla preparazione del foglio, quasi certamente trattato con biacca disciolta in acqua. Storicamente il Monti è da collocarsi fra quei pittori bolognesi discesi dal Dal Sole, Creti, Contarini. Sul verso del disegno appare un’ ulteriore figurazione d’incerta interpretazione iconografica, certamente di medesima mano e studio [...]".
P.P.Q.
Bibliografia di riferimento
Zanotti Giampietro, Storia dell'Accademia Clementina di Bologna aggregata all'Instituto delle scienze e dell'Arti, Bologna, 1739;
Ruggeri Ugo, Francesco Monti Bolognese (1685-1768). Studio dell' Opera Pittorica e Grafica, Monumenta Bergomensia, Bergamo, 1968.