Olio su tela,
cm. 60,5x48,5
Nonostante un certo, anche se lontano, influsso nordicheggiante di area genericamente rembrandtiana (da far ricordare Salomon Adler, per semplificare), è probabile che il dipinto appartenga alla scuola bolognese e che l'influsso al quale prima si accennava sia effetto indotto dalle novità portate in Bologna dal soggiorno fiorentino di G. M. Crespi. Si potrebbe, in ipotesi largamente approssimativa, pensare a qualche artista abbastanza vicino agli anni tardi del Crespi, come potrebbe essere lo stesso Ludovico Mattioli, le sembianze del quale tuttavia non si allineano facilmente a queste.
L'autoritratto possiede comunque una sua notevole e forte malinconia, e un trattamento di superficie assai raffinato.