Olio su tela,
cm. 47x58
Il dipinto mostra affinità formali con le nature morte di Pietro Paolo Bonsi (Gobbo dei Carracci, 1576-1636) e Agostino Verrocchio (attivo dal 1622 al 1636).
Bibliografia di riferimento
Luigi Salerno, La natura morta italiana 1560-1805, Bozzi, Roma, 1984, pp. 92-103.