Olio su cartone,
cm. 35,8x31,4
Firma in basso a sinistra: O. Ghiglia; al verso: Oscar Ghiglia / agosto 1936 / Rose rosa.
L'inquadratura frontale e fortemente ravvicinata è un espediente a cui Ghiglia ricorre spesso, nell'eseguire le nature morte, nel corso di tutti gli anni Trenta del Novecento. Per tutto il decennio, e anche oltre sino al progressivo abbandono dell'attività causato dall'inasprirsi della guerra e dalla malattia, il pittore sembra focalizzare il suo interesse nell'esecuzione dei fiori, abbandonando completamente la pittura all'aperto e diradando alquanto anche l'attività di ritrattista. Calle, magnolie e rose divengono assolute protagoniste di una scena sempre più spesso semplificata e bagnata da luce limpidissima, in una ricerca di rigore formale memore delle esperienze di inizio secolo. Le stoffe rigate cedono sovente il posto a fondi uniti o bicolori, i gorghi delle tovaglie si distendono o si articolano in pieghe quasi metalliche, mentre i fiori, pur realizzati con una materia pittorica sempre vibrante e vivissima che distingue nettamente il nostro rispetto agli esiti - anche i più notevoli - del "Realismo magico", paiono cristallizzarsi in eleganti geometrie di matrice Déco.
L. G.