Esempio alto della pittura still-life di Magini, uno degli esponenti maggiori dei pittori di natura morta del Settecento europeo, questa natura morta con frutta, verdura e testa di vitello, sembra annunciare quelli che saranno i caratteri fondanti del genere nel secolo successivo.
La disposizione pur in posa degli elementi che la compongono prelude dunque a quelle della grande pittura realista, per l'essenziale semplicità del racconto, e accanto alla concisa stesura pittorica della frutta, il forte naturalismo del cavolfiore risalta fuori da ogni compiacimento decorativo. La stessa concisione si sente nella testa del vitello che accanto al "silenzio" della frutta, racconta la morte con pacata freddezza e questo viene ulteriormente sottolineato dalla cristallina resa della fiasca vitrea a destra. Nello stile di Magini la ripresa naturalistica arcaizzante si unisce dunque a un carattere di quotidianità familiare. Magini si rivela così vero precursore della pittura di genere che arriva sino alle silenti nature morte di Giorgio Morandi.
Bibliografia:
Carlo Magini, a cura di Pietro Zampetti, testi di Rodolfo Battistini, Bonita Cleri, Giuseppe Cucco, Cassa di Risparmio di Fano, Motta Editore, Milano, 1990, p. 142, n. 99, tav. p. 112;
Pitture in quiete. Carlo Magini e la natura morta tra Marche e Romagna nel XVIII secolo, a cura di Claudio Giardini, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Il lavoro editoriale, Ancona, 2020, pp. 194, 195, n. 3.16.