Di questo modello di Giuditta decapita Oloferne nella Fototeca Zeri si trovano tre versioni delle quali la nostra è indicata con il numero di catalogazione 33892. Zeri confermò in una comunicazione orale al proprietario che l'attribuzione a Bugiardini poteva essere sostenibile e indicava nella versione di Palazzo Abatellis, Galleria Regionale, Palermo, l'eventuale primo modello, aggiungendo però che dalla fotocopia non era possibile stabilire il grado di rapporto tra le due. Una terza replica al Musée des Beaux-Arts di Chambéry, è attribuita a Bugiardini da Philip Pouncey. Zeri segnalava anche la variante di Palazzo Pitti, Firenze, attribuita unanimamente a Jacopo Ligozzi (datata 1602). Nella rivista La critica d'arte, anno XVII, 1970, fascicolo 114, pp. 72-80, Anna Rosa Masetti ha ipotizzato che tutte queste diverse repliche potrebbero essere derivate da una perduta versione di Raffaello Sanzio, da cui sia quella del Ligozzi che le due attribuite al Bugiardini sarebbero derivate.