Olio su tavola,
cm. 66x51,3
Figlio maggiore di Francesco Francia, Giacomo Raibolini studiò, insieme al fratello Giulio, pittura e oreficeria nella scuola del padre, dal quale ereditarono clienti e committenze e ne continuarono lo stile, improntato a un classicismo raffaellesco, versato però in uno stile più popolare, non esente da rapporti con la pittura del primo Cinquecento toscano, la cerchia di Fra Bartolomeo, da un lato, e con la pittura della scuola ferrarese dall'altro.
Per questi caratteri misti Federico Zeri aveva ipotizzato un viaggio a Firenze dei due giovani figli del Francia, e una presenza nella Roma raffaellesca, sebbene la pala di Raffaello Santa Cecilia, arrivata a Bologna nel 1514, giustifichi da se stessa la forte presenza del raffaellismo, senza i viaggi a Firenze, dove era presente la Madonna del baldacchino, e a Roma.
Giacomo e il fratello Giulio, nonostante la scarsità di dati biografici, furono attivissimi pittori nella committenza di palette di devozione religiosa domestica, alle quali appartiene anche la nostra paletta con la Madonna e Gesù Bambino. Desueta per i Francia, nelle rappresentazioni di questo genere, la presenza della rosa e del frutto sul davanzale in primo piano, che sembra memoria delle Madonne venete.
Bibliografia di riferimento
Vera Fortunati Pietrantonio, Pittura bolognese del '500, Bologna, 1986, vol. 1, pp. 29-57.