Scultura in marmo,
cm. 48 h.
La scultura appartiene a un gruppo di ritratti che lo scultore realizzò tra il 1930 e il 1945, alcuni dei quali in terracotta, ai familiari e amici, come Ardengo Soffici, Carlo Emilio Gadda, Ebe Bacchelli e committenti privati fiorentini. In questo ritratto Martini, a differenza dei ritratti in terracotta precedenti, in cui sviluppava una ripresa dei caratteri aulici etrusco-romani, sulla linea comune alla scultura toscana di quegli anni, raccolte intorno alle riviste Il Selvaggio di Mino Maccari e Il Frontespizio di Ardengo Soffici e Giovanni Papini, ripropone un'interpretazione classicista della ritrattata con la memoria evidente degli esempi ottocenteschi di Lorenzo Bartolini e Giovanni Duprè.