Scultura in marmo bianco venato su base in marmo giallo,
cm. 38,4 h.
Reca la scritta sulla base: "A. Wildt".
Lo stile wildtiano della scultura, una interpretazione "novecentesca" della testa della Santa Teresa in estasi di Gian Lorenzo Bernini, massimo capolavoro della scultura barocca qui versato in Art Decò, è percepibile nel raffronto con altre "maschere" di Wildt, come quella di Anima gentile, 1913, nell'impianto del naso e della bocca (Wildt, op. cit., tav. 18), di Un rosario, 1915, (Wildt, op. cit. tav. 22), L'anima e la sua veste, 1916, (Wildt, op. cit. tav. 23) e in certi ritratti come quello di Mariuccia Chierichetti, 1920, (Wildt, op. cit., tav. 37), L'anima dei padri, 1922, (Wildt, op cit., tav. 48).
La scultura potrebbe essere riconducibile, nonostante la firma, alla mano di Francesco Wildt (Milano, 1896-1969) collaboratore e fedele esecutore di opere del padre.
Bibliografia
Wildt, Casa Editrice Bestetti e Tuminelli, Milano-Roma, s.d.;
Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty, Lodigraf Editore, Lodi, 1990, pp. 657-662.